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Elezioni e matrimoni

L’ultimo periodo è stato caratterizzato da:

  • Poca progettazione, perché vado allo studio soltanto due giorni a settimana, per poter studiare nei restanti cinque.
  • Tanto studio noioso, anche se non sembra mai sufficiente…
  • Tanti giorni a casa dei miei, con in testa i preparativi del matrimonio di mia sorella e l’impossibilità (ancora!) di poter usufruire di casa mia!
  • Tante risate con delle persone che non mi aspettavo potessero starmi così vicino, essere così simili a me ♥

Comunque.

Oggi sono felice, perché è lunedì e io non devo uscire, quindi son rimasta a casa a studiare e a vedere i risultati delle elezioni.
Purtroppo a livello europeo non siamo ancora riusciti a spodestare Junker, ma quel che è peggio (anche se non è ancora un dato certo) è che a Torre del Greco ci risarà Borriello come sindaco. Devo ricordarmi di cazziare i miei genitori, fieri non-votanti a questa tornata, non appena si lamenteranno dell’amministrazione del comune. Groan!

Sono anche contenta di aver finalmente dato il regalo per il matrimonio a mia sorella e al futuro marito, una reflex (ovviamente Canon), perché la desiderava da anni (e chi ha letto questo blog forse se ne ricorda anche… ;)). Ora non mi resta che superare lo stress da matrimonio (per fortuna non mio!) e ritornare al solito confortante tran-tran ♥

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H.

Non so di chi sia, né dove sia stata presa. 

Cara Italia, ho 20 anni e STO MORENDO.
Sono così tante le cose che non ho fatto e che non farò.
Sono così tanti i libri da leggere, i film da vedere, le persone da incontrare, le città da visitare, la gente da amare.
Dura così poco una vita nell’eternità.
Ho paura.
Si, ho una maledetta paura.
Sono terrorizzato.
Solo fino a qualche anno fa ero un bambino che dormiva con la luce accesa per paura del buio… ed ora, ora STO PER MORIRE.
Dicono che, nell’attimo che precede la MORTE, in quell’impercettibile istante che fissa il limite tra vita e non vita, rivedi tutta la tua esistenza: sei spettatore della tua vita.
E se non volessi guardarlo quel film? Se non dovesse piacermi? Dagli incubi ci si risveglia, ma se l’incubo è realtà…
Non ho paura della morte, mi spaventa quel momento.
Il momento in cui mi renderò conto di aver fallito, di aver "vissuto", di aver guardato il mondo senza il piacere di aver qualcuno a cui raccontarlo.
STO MORENDO E NON SONO MAI ESISTITO.
Italia, sono cresciuto con la convinzione di essere sbagliato.
Sempre fuori posto. DIVERSO.
Mi sono negato l’AMORE.
Non saprò mai cosa vuol dire amare; perdersi tra i baci di un uomo, sentire il profumo della sua pelle, respirare il suo sudore.
E che emozione si prova a dir "TI AMO"? Può davvero far piangere l’amore? Quanto può lacerarti dentro?
Italia, cosa c’è di sbagliato nell’AMARE?
Italia, non sai quanto male mi hanno fatto i tuoi sguardi, i tuoi sorrisi.
Quanto male le parole sussurrate a bassa voce.
Avrei voluto solo essere abbracciato.
Avrei voluto essere più forte.
Avrei voluto piangere.
Avrei voluto incazzarmi.
Come quando stappi una bottiglia di Moët & Chandon e ti accorgi che c’è solo acqua all’interno. Banalissima acqua minerale. Io sono bottiglia, sono involucro. Racchiudo. Conservo. Proteggo. E posso rompermi in mille pezzi, in tanti piccoli cocci di vetro, ma contengo solo acqua e l’acqua si asciuga e non lascia tracce.
Sono il libro che nessuno mai avrà voglia di leggere. Quello abbandonato sugli scaffali di una libreria. Il libro eternamente incompiuto, di cui nessuno scriverà il finale. Ma quel libro c’è. E’ lì. Ed anch’io ci sono. SONO QUI.
Sono qui, ma tu non mi vedi, NESSUNO MI VEDE.
Ho trascorso la vita ad urlare, ma nessuno ha saputo ascoltare.
Vorrei solo poter VIVERE, ma è troppo tardi.
Ora è troppo tardi, perché ora STO MORENDO.
H.
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Brainstorming

Lo sapete, sono laureata in architettura e sto studiando per l’esame di stato e l’abilitazione.
Cerco lavoro a Roma.

Facciamo il punto e vediamo un po’ cosa si può/deve fare in questi casi:

✓ Cercare annunci online come architetto/disegnatore
✓ Inviare CV ai suddetti annunci
✓ Cercare ulteriori annunci nella città interessata, per qualsiasi mansione
✓ Inviare CV ai suddetti annunci
✗ Crearsi il proprio Portfolio
✗ Inviare il Portfolio alle aziende che ne facciano richiesta
✗ Farsi la foto primo piano / per intero
✗ Inviare le foto alle aziende che ne facciano richiesta

Non mi viene in mente altro. Voi avete qualche idea geniale?

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La zeppata

Riporto dal blog pensieri e cassate

La "Zeppata" è una figura retorica tipicamente napoletana, con la quale una persona, esprimendo in apparenza un concetto intende invece comunicarne un altro, utilizzando un codice comune a chi ascolta, di modo che quest’ultimo colga il significato "occulto".
In pratica è una specie di frecciatina.
Non è proprio la stessa cosa, diciamo che la Z. a volte è sottile a volte no, in ogni caso non sempre viene compresa dal reale destinatario, cui mira.
In questi casi è frequente , come risposta ad una successiva richiesta di spiegazioni , la frase "Nient, m’agge capit sul ie" Eh sì perché fare (o anche capire) una Z. non è da tutti; ci vogliono acume , conoscenza della persona che parla e del fatto a cui si riferisce , tante cose insomma.
Esiste quindi la Z. fine, sottile, quasi una domanda retorica, e quella "rozza", che la capiscono praticamente tutti.
La rozza provoca in genere reazioni di fastidio nel reale destinatario, infatti è frequente sentir replicare qualcosa tipo "Fra’ staie iettann z’ppat a mezz’or, tien cocc’ probblem?" (si perché la Z. è come un amo in acqua, si getta). Oppure "Ogni tant chill vott e’ zeppat , ma ch va’ truann?".
Tipico esempio di Z. è quella fatta utilizzando la "ripetizione" di una sola parola, capace da sola di rendere l’idea.O il porre l’accento su di una parola in particolare. Del tipo che se si va con gli amici al bar e c’è uno scroccone che non offre mai, chi vuol lanciare la Z. dice : "Ragazzi, io offro sempre , IO". Oppure "Ragà ANCHE oggi offro io!".
Chi si diletta in zeppate deve essere a conoscenza di avere un nemico naturale, costituito da chi appartiene alla categoria "Nè , si tien coccos’ a ricere parl chiar!"
In alcuni casi la Z. è vista come un gesto di viltà , non viene quindi apprezzato lo sforzo di creare paragoni, similitudini e altre figure retoriche di cui né io né voi ora ricordiamo il significato ma non fa niente.
Dopo una zeppata , le reazioni che si possono ottenere son quindi le seguenti:
1- Nessuno ha capito niente
2- Qualcuno ha capito, ma ha fatto finta di non capire.
3- Qualcuno ha capito, tranne il destinatario (se presente)
4- Tutti hanno capito
5- Solo chi doveva capire, ha capito
Nelle prime tre ipotesi, si puo’ provare a ripeterla, anche se la Z. dovrebbe seguire il pensiero di Paganini e restare unica, mentre nell’ultima potrebbe accadere sia che scende il silenzio e si raffredda l’atmosfera, sia che vengano chieste esplicite spiegazioni. A volte, se uno non ha capito, chiede "E’ fatt ‘na zeppat?" "No, nun so’ stat ie, si l’e’ ritt fors l’e fatt tu!". Funziona un po’ come per le loffe.
Oggi, con i moderni mezzi della tecnologia, la Z. viene effettuata comunemente anche attraverso fb, molti la chiamano "link" . In pratica uno va su quelle pagine che fabbricano zeppate mettendo una immagine ritenuta in tema con un’aforisma, la condivide, gli altri amici che conoscono i fatti relativi capiscono a chi è indirizzata. In alcuni casi , per rendere esplicita la zeppata (un controsenso , se vogliamo) si tagga la persona cui è indirizzata. O magari si tagga un amico, il quale diventa anche lui portatore sano di z. , sul presupposto che dovrebbe condividere il pensiero alla base di essa, e rafforzarla. No, lui c’entra poco o nulla con le zeppate. Però ho pensato che ci stesse bene in questo post.
In ogni caso, fermo restando che le cose sarebbe meglio dirsele chiaramente,tutto si può dire di chi zeppa, tranne che non sia una persona di cuore: è infatti risaputo che O’ Zeppator a mamm nun sa’ scord.

L’ho trovato geniale e adatto a quello che mi passa per la mente nell’ultimo periodo.

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grassa

"‘Grassa’ di solito è il primo insulto che una ragazza rivolge a un’altra quando vuole ferirla; ricordavo di averlo visto succedere sia quando andavo a scuola sia tra le adolescenti.
Così ho ricordato com’è strano e malsano l’insulto “grassa”. Voglio dire, “grassa” è davvero la cosa peggiore che possa essere una persona? Essere “grassi” è peggio che essere vendicativi, gelosi, superficiali, vanitosi, noiosi o crudeli?
No, per me no; ma del resto, che ne so io delle pressioni sociali sulla magrezza?
Vengono indicati come esempi da imitare quelle celebrità le cui più grandi imprese sono unghie perfettamente smaltate, le cui uniche aspirazioni sembrano essere farsi fotografare con nove vestiti diversi in una sola giornata, la cui unica funzione nel mondo sembra essere il sostegno del commercio di borse dal prezzo esorbitante e di cagnolini grossi come ratti.
Forse tutto questo sembra comico o di poca importanza, ma non è così.
Si tratta di quello che le ragazze vogliono essere, di quello che suggeriscono loro di essere e di come si sentono per essere come sono ed in un mondo ossessionato dalla magrezza mi preoccupa, perché non voglio ci siano cloni emaciati con l’ossessione di se stesse e con la testa vuota.
Vorrei ragazze indipendenti, interessanti, idealistiche, gentili, caparbie, originali, divertenti.
C’è un migliaio di cose, prima di “magre”."

J. K. Rowling

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Diritto d’opinione

Quello che segue è un articolo scritto da Patrick Stokes. S’intitola "No, non hai diritto alla tua opinione".
Lo trovo molto interessante e ve lo riporto per intero. E’ un po’ lungo (ma neanche poi tanto) però vale sicuramente la pena leggerlo ;)

–br–

Ogni anno,io cerco di fare almeno due cose con i miei studenti almeno una volta. Innanzitutto, cerco di dar loro importanza chiamandoli “filosofi” – un po’ banale, ma auspicabilmente incoraggia un apprendimento attivo.
Secondariamente, affermo qualcosa di questo tipo: “Sono sicuro che avrete sentito l’espressione ‘ognuno ha diritto alla propria opinione’. Forse l’avrete detta voi stessi, magari per bloccare una discussione o per portarla a conclusione. Bene, non appena entrate in questa stanza, questo non è più valido. Non avrete più diritto alla vostra opinione. Avrete diritto solo a ciò che potrete provare.”
Un po’ rude? Forse, ma gli insegnanti di filosofia devono insegnare ai loro studenti come strutturare e difendere un ragionamento – e a riconoscere quando una convinzione è divenuta indifendibile.

Il problema con l’assunto “ho diritto di avere la mia opinione” è che, sin troppo spesso, è utilizzata per difendere convinzioni che avrebbero dovuto essere abbandonate. Diventa un’abbreviazione per “io posso dire o pensare quello che voglio” – e, per esteso, continuare a contrastare è in qualche maniera irriverente. E questa attitudine porta, io sostengo, alla falsa equivalenza tra esperti e non esperti, che è una crescente e perniciosa caratteristica del nostro discorso pubblico.

Innanzitutto, cos’è un’opinione?
Platone distingueva tra opinione o credenza comune (doxa) e conoscenza certa, e questa è una distinzione ancora valida oggi: diversamente da “1+1=2″ o “non ci sono cerchi quadrati”, un’opinione possiede un certo grado di soggettività e di incertezza. Ma l’”opinione” parte da gusti o preferenze, attraversa domande che preoccupano la maggior parte della popolazione, come l’economia o la politica, sino ad argomenti che poggiano sull’esperienza tecnica, come le opinioni scientifiche o legali.

Non si possono realmente discutere le opinioni del primo tipo. Sarei stupido ad insistere nell’affermare che sbagli a pensare che il gelato alla fragola è più buono di quello al cioccolato. Il problema è che qualche volta implicitamente consideriamo che le opinioni della seconda, o anche della terza specie, siano indiscutibili nella stessa maniera dei gusti personali. Probabilmente questo è uno dei motivi (non dubito ce ne siano altri) per cui degli entusiastici dilettanti ritengono di aver titolo a non essere d’accordo con climatologi e immunologi e che i propri punti di vista debbano essere “rispettati”.

Meryl Dorey è la leader dell’”Australian Vaccination Network”, che, nonostante il nome, è completamente contrario ai vaccini. La Sig.ra Dorey non ha nessuna qualifica medica, ma sostiene che se Bob Brown (politico australiano) ha il diritto di commentare sull’energia nucleare nonostante non sia un fisico, lei dovrebbe avere il permesso di commentare sulle vaccinazioni. Ma nessuno ritiene che il Dr. Brown sia un’autorità sulla fisica delle fissioni nucleari; il suo compito è commentare sulle risposte politiche alla scienza, non sulla scienza in sé.

Quindi, cosa vuol dire avere “diritto” alla propria opinione?
Se “Tutti hanno diritto ad avere la propria opinione” significa esclusivamente che nessuno ha il diritto di vietare alla gente di pensare e di dire quello che vuole, allora la frase è vera, seppure abbastanza banale. Nessuno può vietarti di dire che i vaccini causano l’autismo, indipendentemente da quante volte questa supposizione sia stata smentita.

Ma se “diritto ad un’opinione” significa “avere il diritto che i propri punti di vista siano trattati come seri candidati per la verità” allora la frase è chiaramente falsa. E anche questa è una distinzione che tende a essere confusa.

Un lunedì, il programma della rete ABC Mediawatch ha portato ad esempio il programma di WIN-TV Wollongong per un servizio su un’epidemia di morbillo che conteneva commenti di – lo avrete indovinato – Meryl Dorey. In risposta alle lamentele di uno spettatore, WIN ha risposto che la storia era “accurata, onesta e bilanciata e che presentava i punti di vista dei medici e dei gruppi di scelta”. Ma questo implica un uguale diritto ad essere ascoltati su una materia nella quale solo una delle due parti ha un’esperienza di rilievo. Ancora una volta, se si parlasse di risposte politiche alla scienza, questo potrebbe essere ragionevole. Ma il cosiddetto “dibattito” in questione è sulla scienza in sé, e i “gruppi di scelta”, semplicemente, non hanno diritto ad andare in onda, se quello è il punto dove si è in disaccordo.
Il conduttore di Mediawatch Jonathan Holmes è stato ancora più diretto: ” ci sono le prove e ci sono le cavolate” e nessuna parte del lavoro del giornalista consiste nel dare uguale tempo alle cavolate come all’esperienza.

La risposta degli anti-vaccinisti è stata prevedibile. Sul sito di Mediawatch, la Sig.ra Dorey ha accusato ABC di “richiedere apertamente la censura su un dibattito scientifico”. Questa risposta confonde il fatto che la propria opinione non venga presa seriamente con il non aver diritto di avere o di esprimere quelle opinioni o, per prendere in prestito una frase di Andrew Brown, “confonde il perdere una discussione con il perdere il diritto di discutere”. Ancora una volta, due significati di “diritto” ad avere un’opinione sono confusi qua.

Quindi, la prossima volta che sentite qualcuno dichiarare di aver diritto alla propria opinione, chiedete perché ritiene che sia così. Ci sono buone possibilità che, se non altro, così facendo finirete con avere una discussione più piacevole. 

La traduzione è a cura di In Difesa della Sperimentazione Animale
L’articolo originale è qui.

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Democrazia

Governo del popolo.

Ci insegnano, crescendo, che si tratta del miglior modo di governare un paese.
Perché hanno tutti uguali diritti, perché è la maggioranza che decide.

Quello che non ci dicono è che, affinché un paese sia ben governato, è necessario, quindi, che tutti i cittadini (o almeno la maggior parte) siano in grado di capire quali sono le decisioni giuste da prendere.

Ma analizziamo la realtà.

Un paio di decenni di governo Berlusconi.
Un’Italia che va alla deriva.
Una élite che ruba fino all’ultimo centesimo.
Parlamentari ladri.

Devo continuare?
Secondo voi di chi è la colpa? Di pochi eletti o del popolo?

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atteggiamenti

Atteggiamenti vari incontrati di recente.
Cosa detestate maggiormente?

  • il finto buonismo
  • il vittimismo
  • il doppiogiochismo
  • la cattiveria gratuita

Io non riesco a decidermi…
Sentitevi liberi di aggiungere qualsiasi cosa :D

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Maschio, 2 mesi.

Ieri ci è entrato in giardino questo cucciolotto, un micino piccolo piccolo, che pensavamo dovesse ancora bere il latte. Aveva un occhietto un po’ chiuso e, vista la tenera età, ho deciso di portarlo dalla veterinaria oggi stesso.

Ovviamente lui non era d’accordo, abbiamo dovuto prenderlo con l’astuzia (ciotolina con crocchette nel trasportino, gentilmente prestatoci da mia zia).
Per il viaggio verso la vet mi ha aiutata Anto. Intanto lui miagolava come se non ci fosse domani. E ha continuato per due ore di fila.

Lei è stata molto gentile, l’ha controllato e ha detto che è in salute, a parte gli occhietti arrossati. Mi ha prescritto una pomata. Che fosse maschio e di due mesi, ovviamente, ce l’ha detto lei.

Per ora è con noi, nel giardino, ma non possiamo tenerlo e gli sto cercando una nuova casa. Intanto acqua e crocchette non mancano, e mia zia mi presterà anche una lettiera.

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