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Riemergo

Riemergo dopo tanto silenzio, rendendomi conto che aspettare non è sempre la giusta soluzione.
In questo caso aspettavo giorni più felici, che però non sono ancora arrivati.

Tra le novità:

  • Siamo andati a Calcata, al Celtic Festival, ed era davvero carino e ben organizzato. Ci siamo divertiti e svagati e ho fatto un po’ di foto, anche se non mi soddisfano molto i risultati. Il panorama era stupendo, si sentiva lo scrosciare dell’acqua di un ruscello sotto di noi, ma, per la tanta vegetazione, quasi non si riusciva a vedere!
  • Siamo anche andati alla festa del vino a Marino, ma questa era un caos bestiale e davvero deludente. La fontana dalla quale doveva sgorgare il vino era tutto fumo e niente arrosto e lo stesso vino lasciava molto a desiderare. Le persone erano davvero troppe e il tutto era organizzato da cani. Mai più.
  • Mia sorella è andata e tornata dal viaggio di nozze (New York e Los Angeles) portandomi una sciarpetta. Avrei dovuto avere anche una maglietta, ma ha erroneamente pensato che portassi la sua taglia, quindi ha dovuto tenerle tutte per lei.
  • I miei sono venuti una settimana a Roma (invitati da *lui*, quindi non consideratelo il povero martire eh!), hanno visto dove vivo, quanta strada devo fare tutti i giorni per andare a lavoro e la mia casetta, che peraltro è stata apprezzata un po’ da tutti (sì, gli zii via whatsapp mi hanno chiesto di farne un video. La mia voce registrata è irriconoscibile per me LOL). Gli ho anche fatto provare il cinese e sono stati pure abbastanza soddisfatti (e chi se lo sarebbe mai aspettato?). Abbiamo fatto un breve giro in centro e mia madre è tornata a casa con un po’ di regali per mia sorella, tra cui un sapone della Lush. Sì, perché, per la prima volta in vita mia, ho avuto il coraggio di entrare in un negozio Lush e di restarci più di due secondi nonostante tossissi per i troppi profumi. E ho scoperto che l’odore non è la cosa peggiore che potesse esserci lì dentro. No. La cosa peggiore è la commessa che ti spalma una crema sul braccio senza chiederti il permesso. E io ero tipo stahp plox what r u doin?!
  • Per una settimana invece starò io a Torre, perché ho arretrate tante di quelle commissioni che non so neppure se posso farcela in così poco tempo! Tra le altre cose, dovrei prendermi la pergamena di laurea, rinnovare la patente (cosa che non farò perché non ho alcuna intenzione di farmi le fototessere adesso), andare in banca, dall’oculista e dalla dentista e far venire l’estetista (le rime non sono volute eh). E tanto altro ancora.

 

Sì, il video non c’entra nulla, ma la canzone mi piace e poi ormai la collego al libro che sta scrivendo una mia amica <3

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Elezioni e matrimoni

L’ultimo periodo è stato caratterizzato da:

  • Poca progettazione, perché vado allo studio soltanto due giorni a settimana, per poter studiare nei restanti cinque.
  • Tanto studio noioso, anche se non sembra mai sufficiente…
  • Tanti giorni a casa dei miei, con in testa i preparativi del matrimonio di mia sorella e l’impossibilità (ancora!) di poter usufruire di casa mia!
  • Tante risate con delle persone che non mi aspettavo potessero starmi così vicino, essere così simili a me ♥

Comunque.

Oggi sono felice, perché è lunedì e io non devo uscire, quindi son rimasta a casa a studiare e a vedere i risultati delle elezioni.
Purtroppo a livello europeo non siamo ancora riusciti a spodestare Junker, ma quel che è peggio (anche se non è ancora un dato certo) è che a Torre del Greco ci risarà Borriello come sindaco. Devo ricordarmi di cazziare i miei genitori, fieri non-votanti a questa tornata, non appena si lamenteranno dell’amministrazione del comune. Groan!

Sono anche contenta di aver finalmente dato il regalo per il matrimonio a mia sorella e al futuro marito, una reflex (ovviamente Canon), perché la desiderava da anni (e chi ha letto questo blog forse se ne ricorda anche… ;)). Ora non mi resta che superare lo stress da matrimonio (per fortuna non mio!) e ritornare al solito confortante tran-tran ♥

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Sopravvissuta

Ieri sera mia madre ha organizzato una rimpatriata con la famiglia di mio padre. Fratello e sorelle, cugini e chi più ne ha più ne metta.
Devo ammettere che, a parte gli zii di primo grado, con tutti gli altri il rapporto è sempre stato così dilatato che alcune di quelle persone le ho conosciute soltanto ieri.

Comunque, io vengo a sapere di questa cosa per caso, una decina di giorni fa, e ovviamente scatta il panico più totale perché il tutto era previsto sul terrazzo. Entrando per la mia camera, sfruttando il mio bagnetto e la mia cucina.
Quindi sì, mi sono rimboccata le maniche e ho pulito tutto, messo a posto vestiti e cianfrusaglie e reso la stanza più simile ad una camera da letto che non ad un mercatino rionale.

Ovviamente io non ero invitata alla cena, quindi mi sono organizzata con *lui* per mangiare fuori.
Ma, prima, sono stata sfruttata per fare le foto e per organizzare una videoconferenza con uno degli zii rimasto a casa.

Siamo tornati giusto in tempo per salutare gli ultimi ospiti che andavano via e per renderci conto di quanto incapaci siano 30 adulti di mangiare senza far cadere roba a terra :'(

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Le cose che non pensi

Le cose che non pensi ti escono fuori quasi senza che te ne accorga, sempre nei momenti meno opportuni. Generalmente durante i litigi, che siano col partner, con un amico o con un genitore, poco importa: quelle frasi infelici sono lì, e rotolano fuori dalle tue labbra prima ancora che il cervello se ne renda conto.

Non ricordo più i litigi di tanti anni fa, ma ricordo bene di aver deciso che cose del genere, a me, non dovessero più accadere.
Mi dissi che non aveva senso vomitare in faccia all’altro odio e rancore, se non erano veritieri. Perché le scuse postume, seppure accettate, non sono sempre sufficienti a lenire il dolore causato dalle parole. E io non volevo ferire gratuitamente le persone che amo.

Non so se sono riuscita nel mio intento, in tutto, in parte o proprio per niente. Però so che ci provo sempre. Non uso la vecchia tecnica del contare fino a 10 prima di parlare, ma mi prendo comunque il tempo necessario. 
Sono convinta che a molti non piaccia, questo mio prendere tempo. Mi si vede, dall’esterno, scura in volto e pensierosa. Si intuisce che qualcosa bolle in pentola, ma non si hanno riscontri di alcun tipo. Si reagisce in due modi: o chiedendomi continuamente che ho (*lui*) o ignorandomi completamente (mia madre).

Però. Però in questo modo sono certa di poter avere un confronto civile, di aver capito il perché del mio stato d’animo (che sia rabbia, tristezza o non so che altro), di riuscire ad evitare di dire cose che non penso.
Inoltre, se si tratta di questioni di poco conto, il tempo per riflettere serve anche per farle scemare. Così, dopo un po’, diventano insignificanti, o perché lo siano loro stesse o perché coinvolgono persone delle quali, in fondo, non mi interessa granché.

Forse pecco di superbia, ma non sarebbe tanto meglio se tutti imparassimo a tener per noi le cose che non pensiamo, invece di riversarle sull’interlocutore al solo scopo di ferirlo?
Eppure, durante le ultime discussioni che ho avuto, mi sono resa conto che l’unica a farlo ero io.

Dal canto mio, ho preso atto degli attacchi, per nessuno dei quali mi si è chiesto scusa.
In alcuni casi ho deciso di non replicare, poiché, visto il livello delle accuse, sarebbe stato come cercare di ragionare con un bambino.
Negli altri casi, invece, ho risposto con calma ed educazione (la qual cosa, però, spesso non è vista di buon occhio dall’interlocutore-incazzato).

In entrambe le situazioni, però, ho perso un altro po’ della stima che provavo per i miei interlocutori.

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