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Neve

Il 2014 è stato un anno meraviglioso. E orribile. Un po’, almeno.

Nel 2014 ho toccato il fondo, ho riconosciuto di avere un problema che mi sembra(va?) insormontabile.
Però ho anche deciso di guardarlo negli occhi e affrontarlo, e spero di superarlo, prima o poi.

Nel 2014 si è completato il primo anno di convivenza con *lui*. E’ stato un anno di nuove routine (lo so, sembra un ossimoro), un anno in cui ho imparato a fare a meno della presenza rassicurante di mia madre e ho capito di essere sola davanti a tante piccole difficoltà. Ma di avere *lui* per le difficoltà che piccole non sono.

Nel 2014 alcune persone mi hanno dato quello che ho sempre desiderato e mai avuto prima d’ora. Ho trovato degli amici fantastici, e sono riuscita a conoscerne dal vivo una piccola fetta.
Però ho anche dovuto lasciare andar via qualcuno, cosa alla quale non mi abituerò mai e che mi farà sempre star male.

Nel 2014 non ho trovato alcun lavoro. Ma mi sono data da fare su tanti fronti, ho seminato e un po’ anche raccolto. Il 2014 mi ha visto vincere il secondo premio di un concorso regionale, ovviamente insieme ai miei colleghi. E superare un paio di sbarramenti che non credevo fosse possibile oltrepassare.

E oggi finisce il 2014.
Finisce con la neve.
Ed è un magnifico regalo.

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Alle ortiche!

Lo scorso weekend è stato il primo solo per noi, e sono stata bene benissimo anche se avevo un po’ di raffreddore e non è che mi reggessi tanto in piedi, ma vabbè.

Questa settimana ho lavorato poco, nel senso che venerdì, causa scioperi e non solo, abbiamo saltato. Quindi settimana cortissima.

Giovedì sono passata al mercato di Via Sannio e sono rimasta un po’ sconvolta dalla gente che ti chiama, ti chiede di guardare le cose, vuole sapere che stai cercando, che ti serve, quali sono i tuoi gusti. Insomma un po’ troppo invadenti per i miei gusti, lì per lì ho pensato che ci sarei tornata volentieri, ma con la scorta. vediamo se sarà possibile farci una capatina con *lui*.

Ieri sera una bella pizza con Anto e Fabio e tante chiacchiere. Era praticamente l’unico pensiero positivo che mi ha aiutato a superare questo lungo weekend.

Ora è domenica sera, sono a Torre davanti al portatile a concludere questa settimana un po’ sui generis, da sola.

Domani ho ancora da fare qui, poi nel pomeriggio prendo un bel regionale e torno nella capitale. Sarà noioso, come al solito. Troppe ore di viaggio, nessuno con cui condividerle. Spero solo che il nuovo mp3 pezzottissimo cinese regga a sufficienza.

Mercoledì sera dovremmo uscire con un amico di *lui*, mentre giovedì ho un impegno importantissimo che non posso proprio perdere.

Sto quasi mandando alle ortiche il mio essere asociale. Per non parlare della misoginia. Non mi riconosco più.

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