Non so di chi sia, né dove sia stata presa. 

Cara Italia, ho 20 anni e STO MORENDO.
Sono così tante le cose che non ho fatto e che non farò.
Sono così tanti i libri da leggere, i film da vedere, le persone da incontrare, le città da visitare, la gente da amare.
Dura così poco una vita nell’eternità.
Ho paura.
Si, ho una maledetta paura.
Sono terrorizzato.
Solo fino a qualche anno fa ero un bambino che dormiva con la luce accesa per paura del buio… ed ora, ora STO PER MORIRE.
Dicono che, nell’attimo che precede la MORTE, in quell’impercettibile istante che fissa il limite tra vita e non vita, rivedi tutta la tua esistenza: sei spettatore della tua vita.
E se non volessi guardarlo quel film? Se non dovesse piacermi? Dagli incubi ci si risveglia, ma se l’incubo è realtà…
Non ho paura della morte, mi spaventa quel momento.
Il momento in cui mi renderò conto di aver fallito, di aver "vissuto", di aver guardato il mondo senza il piacere di aver qualcuno a cui raccontarlo.
STO MORENDO E NON SONO MAI ESISTITO.
Italia, sono cresciuto con la convinzione di essere sbagliato.
Sempre fuori posto. DIVERSO.
Mi sono negato l’AMORE.
Non saprò mai cosa vuol dire amare; perdersi tra i baci di un uomo, sentire il profumo della sua pelle, respirare il suo sudore.
E che emozione si prova a dir "TI AMO"? Può davvero far piangere l’amore? Quanto può lacerarti dentro?
Italia, cosa c’è di sbagliato nell’AMARE?
Italia, non sai quanto male mi hanno fatto i tuoi sguardi, i tuoi sorrisi.
Quanto male le parole sussurrate a bassa voce.
Avrei voluto solo essere abbracciato.
Avrei voluto essere più forte.
Avrei voluto piangere.
Avrei voluto incazzarmi.
Come quando stappi una bottiglia di Moët & Chandon e ti accorgi che c’è solo acqua all’interno. Banalissima acqua minerale. Io sono bottiglia, sono involucro. Racchiudo. Conservo. Proteggo. E posso rompermi in mille pezzi, in tanti piccoli cocci di vetro, ma contengo solo acqua e l’acqua si asciuga e non lascia tracce.
Sono il libro che nessuno mai avrà voglia di leggere. Quello abbandonato sugli scaffali di una libreria. Il libro eternamente incompiuto, di cui nessuno scriverà il finale. Ma quel libro c’è. E’ lì. Ed anch’io ci sono. SONO QUI.
Sono qui, ma tu non mi vedi, NESSUNO MI VEDE.
Ho trascorso la vita ad urlare, ma nessuno ha saputo ascoltare.
Vorrei solo poter VIVERE, ma è troppo tardi.
Ora è troppo tardi, perché ora STO MORENDO.
H.