«Mi piacerebbe affidarmi alla religione.
Ad un partito, ad un capo, a una professione
come la maggioranza delle persone
perché ho passato da un pezzo l’età della ribellione.
Mi piacerebbe che il male avesse confini precisi
come pensano i politici, gli snob e i cretini»

Io sono una che razionalizza sempre, forse troppo. Mi dipingo (o mi dipingono?) come una stronza, e io stessa temo spesso di essere cinica, fredda e insensibile. La verità è che non mi faccio prendere da facili sentimentalismi, cerco di ragionare sulle cose, anche se magari non arrivo mai alla soluzione.

E’ una cosa difficile, a volte me ne dimentico ma poi scatta il campanello d’allarme. Quella sensazione di star sbagliando qualcosa. Generalmente sovviene quando la mia opinione coincide con quella della massa. La massa urlante. Quella che è pronta ad augurarti le peggiori malattie. Quella degli estremisti, che ultimamente mi sembrano essere la maggioranza.

Solo che poi, una volta scoperti gli altarini, ho il brutto vizio di voler far conoscere anche agli altri l’altra faccia della medaglia.
E allora mi ritrovo a smontare le varie bufale che circolano su FB, ad intraprendere lotte a sostegno della sperimentazione animale, a dare dimostrazione che Vannoni non è un medico che ha la cura magica, a spiegare, a parlare, a controbattere, a portare fonti a sostegno di quel che affermo…

Ma niente. Le persone non vogliono sapere. Vogliono restare nel loro piccolo mondo fatto di false verità, di confortevoli bugie, di pochi dogmi chiari e concisi, entro i quali vivere è più facile.
E certe volte penso che vorrei vivere anche io così, con queste false certezze. Perché sarebbe davvero più facile, non si sprecherebbero tante energie, si saprebbe sempre dov’è il male e dov’è il bene.
Ma ormai ho mandato giù la pillola rossa, non si può più tornare indietro.