Ci sono due categorie di persone che -ultimamente- non riesco proprio a reggere. E, non me ne vogliate, ma si tratta spesso di donne.
Prima.
Quelle che "sono brutta, sono grassa, non ho amici, ho un carattere di merda e nessuno mi vuole" (ma anche letto al maschile è lo stesso, eh). Queste sono supermegabrave a piangersi addosso e a farti due palle così perché -giustamente- tu non li capisci mica i loro problemi. No eh. Tu non ti sei mai sentita grassa o brutta o insignificante oppure sola e senza amici, no. E però i loro problemi sono più grandi dei tuoi. Però stanno in salute e hanno un lavoro, quindi tutti sti problemi se volete vi dico anche dove metterveli eh :D
Comunque il punto non è tanto che scassano le scatole, il punto è che non fanno nulla per cambiare. Pensi di essere grasso? Vai in palestra, mettiti a dieta, vai a fare jogging. Hai un carattere di merda? Lavoraci su, non è vero che non si può cambiare. Non hai amici? Be’, comincia a levigare un po’ i tuoi difetti e quelli arriveranno! Insomma, fa’ qualcosa, muovi il culo!
Piccolo appunto: no, gli amici e i fidanzati non arrivano a bussare a casa tua per presentarsi "ciao, voglio essere tuo amico", no. Devi uscire di casa per incontrare gente.
Seconda categoria.
La seconda categoria è solo un passo più in là rispetto alla prima. In realtà un po’ sono la stessa cosa, imho.
Sono quelle che "fa tutto schifo, voglio morire" e che poi non si decidono mai. Però continuano a dire che stanno male, ma non si sa perché.
Posso capire benissimo che si sentano sole e bisognose di affetto, comprensione e di qualcuno che le caghi, però fino a un certo punto! Ovvero: non fino a cercare di far pena alla gente!
Ciò che davvero rende borderline le persone di questa categoria sta nel fatto che le loro pene, loro, se le creano da sole. Tipo decidendo di non mangiare più, tipo diventano autolesioniste. Eh, ma non è mica tutto, no. Loro vanno ben fiere di queste cose, in fin dei conti. Ed eccole lì che le spiattellano ai 4 venti (i blog pro-ana vi ricordano qualcosa?) e che cercano pure di convincerti che pesare 40 kg e tagliuzzarti le braccia è cool. E be’, a me più che cool mi pare che sia da ricovero.
NB: lo so che molte di queste persone sono malate, ed è proprio per questo che andrebbero curate e non lasciate libere di coalizzarsi con altre persone che la pensano esattamente come loro, dato che il problema in fondo, è sempre lì: nella testa.
Eh vabbè, io non volevo essere cattiva e insensibile, ma in realtà lo sono. E soprattutto, sono intransigente. Più verso me stessa che verso gli altri. E infatti alla fin fine chi vi dice che io non rientri in entrambe queste categorie? :P
ciao alexiel!
un po’ ti capisco… il primo gruppo mi dà veramenteeeeeee sui nervi!!
riguardo al secondo, preferisco non esprimermi più di tanto perché, come hai detto tu, si tratta di una vera e propria malattia, nemmeno questi soggetti si rendono pienamente conto del male che si fanno… quindi cerco di essere comprensiva!
ultimamente, devo dire, c’è anche un’altra categoria che mi rovina le giornate: certi parassiti all’università, quelli che farebbero di tutto per non lavorare anche se ne chi ne paga le conseguenze è il loro compagno di gruppo!! tu, come me, studi architettura, i lavori di gruppo sono all’ordine del giorno, quindi credo che possa capirmi
Non hai idea di quanto ti capisca! Per fortuna li ho finiti, gli esami! Ma davvero, gli ultimi anni sono stata sfigatissima coi lavori di gruppo e a finale ho fatto tutto io >_< grrr!
Io invece non sopporto gente che si fa passare per malata (doone) per spingerti ad avere pietà di loro e loro arrivano, invece, a criticare una blogger morta da poco di tumore. Cattiveria sana e pura…Terribile
Ma ti dimostra che anche qui sul web c’è gente che quando la conosci la eviti più che puoi…(Sembra la pubblicità sulla prevenzione dell’AIDS)
La gente da evitare purtroppo è dappertutto. Bisogna solo saperla riconoscere il più presto possibile :S
Beh, che dire?…meno male che non siamo tutti uguali , sai che palle?!!! visto uno visti tutti …chi si lamenta , chi no …si creano gli argomenti per le conversazioni …Ciao!
La depressione
pubblicata da Caputo Luigi Giorgio il giorno venerdì 25 novembre 2011 alle ore 19.10
una nota inviatami da uno studente
mi sento un alieno.
All’università vedo tutti i miei compagni che corrono via appena finite le lezioni, che mi chiedono come sto e prima che io abbia finito di PENSARE la risposta sono già andati da un’altra persona, si parlano senza ascoltarsi, ossia fanno dei monologhi in presenza dell’altro. Stanno da soli insieme. Ciò di cui parlano sono costantemente cose materiali: soldi, macchina, videogames, iphone e il massimo della spiritualità la raggiungono parlando del concetto di "divertimento". Voglio anticipare chi mi dirà di non giudicarli: non scriverò alcun giudizio su di loro nel mio intervento. Dirò invece che mi sento diverso da loro, e non mi ci prendo per niente con loro. La cosa che mi colpisce di piu, negativamente, è il loro non ascoltarsi, non dare tempo all’altro di manifestare le sue emozioni; il loro non immergersi nelle loro stesse emozioni.
Però non posso parlargli della mia depressione. Della mia fobia di conoscere nuove persone. Della sensazione di vuoto, di non essere amato che provo nel piu profondo del mio cuore. Perchè queste sensazioni non le capiscono.
Vengo ora al cuore del mio messaggio: sento che nessuno capisce il mio dolore. Sento che nessuno è in grado di sostenermi quando mi sento giù.
Con tutto il cuore vorrei fare anche io l’esperienza di sentirmi triste ed essere tirato su da un’altra persona, sentirmi dire "ti voglio bene", "ti faccio compagnia io".
E invece quando soffro mi ritrovo sempre solo, come se nell’universo intero nessuna persona mi capisse.
Fabrizio C.
Mi sono permessa di modificare il commento giusto per adattare l’immagine al template e per togliere i "mi piace" etc che evidentemente erano stati copiati da Facebook :)
Non si può certo dar torto al ragazzo che ha scritto questa nota! E’ vero che, spesso, le persone fanno solo finta di interessarsi agli altri, chiedendo "come stai?" e non interessandosi alla risposta. E forse è per questo che mentiamo sempre con un "bene, tu?". Ed è vero che la superficialità la fa da padrona, ma questo accade soprattutto tra persone che vere amiche non sono, e che quindi non si aprono tra di loro. Forse questo ragazzo non li ha trovati, degli amici con la A maiuscola sui quali appoggiarsi in caso di bisogno. Mi hanno sempre detto che trovarli all’università è impossibile, e che o te li trovi quando sei piccolo o niente. Non la penso così, però è pur vero che chi non risica non rosica: se non ci si apre un po’, come si fa a trovare qualcuno che ci capisca?